Il tema della primavera che – interessata da forze demoniache – potrà fiorire solo quando l’amore ricaccerà i demoni nel loro fuoco è stato un valido nodo drammatico. Veramente buona poi è stata l’idea di far intervenire nella tensione i due Santi (particolarmente azzeccata la loro iniziale ripresa dall’anchilosi dei secoli e il loro svolazzamento finale).
La recitazione è stata per tutti più che accettabile e per alcuni interpreti decisamente molto buona.
Da notare alcune soluzioni spettacolari come l’accensione simultanea dei lumi del mercato e la visione finale, di forte impatto emotivo, della basilica di S. Francesco.
Sempre buona la scelta dei luoghi deputati: in particolare l’interno della chiesa il luogo d’incontro della giovane brigata e i lebbrosi e le mura della città nella loro duplice veste: cinta di Ascesi e porta degli Inferi.
Qualche cedimento del ritmo narrativo avrebbe potuto essere evitato riducendo alcune scene e facendo maggior uso dell’apporto musicale (inteso come collante tra le scene e “colonna sonora” di uno spettacolo)
Una popolazione rimasta senza tempo per la mancanza del suono di una capanna: un tema poetico particolarmente affascinante.
La necessità di costruzione di un batocchi (la cui importanza “vitale” ha allusioni evidenti)che diventa indispensabile per tornare all’ordine quotidiano: altro tema che corre parallelo al primo (e che permette colorite scene di lavoro artigiano: vasai, cordari, ovviamente fabbri,ecc.).
E molte ancora sono le scene di vita dell’epoca: danze e giochi, amori baruffe e litigi. Nonché il divertente spettacolo degli scalcinati interpreti di Robin e Marion.
Buona la scelta dei luoghi e l’alternanza tra scene sanguigne e chiassose e momenti lirici.
La recitazione, di buon livello, ha anche avuto qualche exploit di vera bravura.
Il ritmo narrativo ha avuto un apporto molto importante della musica (il cui giudizio mi compete in quanto “musiche di scena” che fanno parte integrante di ogni spettacolo) assolutamente di prim’ordine.
Le scene hanno proposto l’immagine di un Medioevo credibile, sia per quello che riguarda alcuni aspetti della vita materiale, sia per quello che riguarda la mentalità. Va segnalata in primo luogo, la convinzione che la presenza e le opere dei demoni immezzo alla cittadinanza fermino l’arrivo della primavera e che, viceversa, l’intervento dei santi possa liberare dalle presenze malefiche. Attendibile l’episodio dell’incontro tra i giovani e i lebbrosi, sospeso tra carità e terrore.
Altri spunti felici: i muli che con i loro sonagli vengono presso la porta della città, il silenzio della notte, il lavoro dei fornai; la taverna; la felice animazione del mercato all’apertura mattutina.
Ben sottolineata l’importanza della cinta muraria nella vita del tempo. Particolari invece discutibili: la libera vendita del sale al mercato la mancanza del gioco nella taverna; la presenza di giovani ragazze la notte fuori delle mura.
Le scene ricche di movimento e di colori e ben servite da un saporito linguaggio dialettale, sono state aperte da Jeus de Robin e Marion, bello in sé, ma non del tutto funzionale alla narrazione. Bella l’idea di sviluppare dalla rottura della campana una serie di riflessioni nel tempo: ciclico, lineare, climatico, ecc. Interessante anche l’idea di ricamare intorno al “batocchio” divagazioni, allusioni oscene, doppi sensi le riflessioni nel tempo come le allusioni oscene facevano parte del’ universo mentale degli uomini del Medioevo, tuttavia nello spettacolo non risultano completamente fuse e appaiono per di più un pò “fuori del tempo” cioè non sempre e non del tutto “medievali” a causa del carattere di più di una scena. Senza con questo voler negare la bellezza e la suggestione di quelle scene (i cordari, i galli, il postribolo ecc.).
Intonazione: buona
Fusione: accettabile
Interpretazione: discreta, a volte discontinua
Qualità timbrica: un pò aspra
Dizione: buona
Giudizio: di gradevole ascolto ma spesso slegata
Intonazione: molto buona
Fusione: ottima
Interpretazione: buona e curata
Qualità timbrica: leggera, trasparente, luminosa
Dizione: ottima
Giudizio: molto buono
Intonazione: incerta tra i soprani
Fusione: sufficiente
Interpretazione: valida ma non abbastanza caricaturale
Qualità timbrica: discreta
Dizione: buona
Giudizio: composizione piacevole, ma con una presentazione non adatta alla circostanza
Intonazione: ottima
Fusione: ottima
Interpretazione: assai raffinata
Qualità timbrica: gradevolissima
Qualità timbrica: molto buona
Giudizio: quasi ottimo
Intonazione: discreta
Fusione: discreta
Interpretazione: a volte slegata, sguaiata nel “f”
Qualità timbrica: tenori ingolati
Dizione: abbastanza buona
Giudizio: il coro non deve riprodurre l’intonazione prima di iniziare. Differenziare maggiormente il “f” dal “F”
Intonazione: buona tranne qualche “a”
Fusione: più che buona
Interpretazione: piacevolissima e assai civile
Qualità timbrica: ottima, bella
Dizione: più che buona
Giudizio: un pò più di suono non nuocerebbe
Repertorio: valido
Interpretazione: più che discreta
Giudizio: deve curare la vocalità, specialmente maschile
Repertorio: valido
Interpretazione: ottima
Giudizio: proseguire con tenacia e serenità
Federico Caldari
Mario Ferrini
Giuseppe Mecatti
Aleardo Pelacchi Parte de Sopra
SImone Marcelli Parte de Sopra
Ennio Dionigi Parte de Sotto
Leonardo Paoletti Parte de Sotto
Moreno Roscini Parte de Sotto
Luisa Ricciardi
Lucio Biondi Priore Parte de Sopra
Riccardo Sannella Priore Parte de Sotto
Luigi Rossetti Gran Cancellario Parte de Sopra
Delfo Berretti Gran Cancellario Parte de Sotto
Mario Briganti Presidente
Lucio Annibali Vice Presidente
Franco Noccioli Effettivo
Antonio Cristofani Effettivo
Gianfranco Boni Supplente
Carlo Alberto Berretti Supplente
Marcello Piccioni Presidente
Giuseppe Pennacchi
Agostino Aisa
Michele Fiore
Lanfranco Chiavini
Romano Carloni
Mario Tedesco
Paolo Scilipoti
Renato Di Tullio