Buona inventiva. Inferiori i costumi e le scene. Ottimo l’impegno, ma i corteo hanno un po’ sofferto della mancanza di cambi e di tempi, di ritmi e di immagini. Ciò ha causato un insufficiente recupero dell’attenzione nei confronti del pubblico.
Migliore inventiva, costumi, scene. È prevalsa, oltre alla maggiore efficacia dei costumi, la ricerca di un senso compiuto cha ha dato più respiro e più ritmo, sia al corteo del pomeriggio, ma soprattutto a quello serale. Il corpo centrale della storia, inoltre, ha dato un peso sufficiente a tutto il lavoro.
Recitazione discreta, scene e costumi apprezzabili, ma non sufficienti.
Emozionante le scelta del tema e la sua messa in scena. Purtroppo, per le ragioni qui a fianco elencate riguardanti la Parte avversa, ciò non è stato sufficiente a conquistare la preferenza.
Migliore recitazione generale, costumi, scene. Si è notata la scelta coraggiosa di una maggiore complessità nell’allestimento con ottimi risultati nello sfruttamento e nella scelta dei luoghi deputati e una elevata suggestione specialmente nelle scene delle suore, del mercato e nel finale. Ottimo il livello individuale della recitazione.
Nei cortei del sabato la Parte de Sotto ha dimostrato capacità scenografica e di esecuzione, nonché buona originalità e aderenza alle tematiche medievali, soprattutto a quelle connesse con il Calendimaggio (la morte, la vita, l’amore, la nuova stagione primaverile). Assai suggestiva la scena della giovane strega, bruciata sul rogo, che costituisce forse, nel suo allestimento, una citazione dalla versione cinematografica del Nome della Rosa.
Nei cortei del sabato la Parte de Sopra ha dato prova di capacità scenografica non comuni e di una discreta aderenza al mondo medievale, riletto talvolta in chiave classicheggiante, come nell’episodio del funerale di Bacco.
Nelle scene della Parte de Sotto si sviluppa in modo assai suggestivo, originale e unitario il tema, classico nella storiografia sull’ultimo Medioevo, dell’amore della vita e del timore della morte. Pur nella sua fantasticità, l’ideazione appare caratterizzata da un forte senso storico, che consente agli attori di narrare con grande naturalezza, sullo sfondo di scenari diversificati e plausibili di vita quotidiana, la vicenda umana, in qualche modo paradigmatica, di un borghese di Assisi. Tale vicenda, dall’errore al riscatto e alla rinascita, si snoda soprattutto attraverso frequenti, espressivi e assai ben recitati colloqui con la Morte, che inducono il protagonista aliberarsi dalle colpe intese, letterariamente, soprattutto come colpe d’amore. Le scene, storicamente verosimili, rievocano bene i luoghi, ambienti e situazioni dell’Italia medievale: le “battagliole” fra ragazzi, la lavorazione della lana, la vita quotidiana, il bordello ecc. Originali e teatralmente azzeccate e ben inserite nel racconto, le scene che coinvolgono i guitti e che rappresentano il paradiso come il “luogo ideale” delle anime innamorate. Qualche piccolo anacronismo (qualche fiaccola, botti e un paio di forbici per tosare un po’ troppo moderne) risultano ininfluenti sull’insieme e percepibili solo da un occhio esperto.
Le scene della Parte de Sopra evocano un fatto storico preciso: la scomunica inflitta dal Pontefice ad Assisi dopo il furto del tesoro di San Francesco. Il tema è in realtà un’occasione per guardare, rasserenati dopo lo scampato pericolo del terremoto come nel Trecento dopo la revoca della scomunica, alla nuova vita della città, al senso di rinascita evocato dalla primavera e dal Calendimaggio, al risorgere dei sentimenti umani e soprattutto dell’amore. La trama è costituita dalla breve storia d’amore di Bernardo ed Elissa, che intrecciandosi con quella di Guccione e Antonia, ormai attempati, si svolge in una città precisamente riconosciuta nella sua operosa vitalità (particolarmente belle alcune scene di cultura materiale), nel flusso dei pellegrini e nei problemi di ospitalità che esso provoca, nell’allegra spenzieratezza dei giovani e delle loro “scampanate” a Guccione e Antonia. Le scene, storicamente verosimili ed esilmente collegate fra loro, non mancano di originalità, nonostante una citazione forse troppo lunga dal Boccaccio. Il risultato finale, nel quale va messa in conto una indubbia capacità scenografica e di esecuzione, è comunque assai buono.
Intonazione: crescente
Fusione: mancava l’apporto dei tenori e dei bassi
Interpretazione: batt. 25 e 39? 33 e seg.?
Qualità timbrica: soprani un po’ stretti contralti rotondi
Dizione: ultima sillaba “acciaccata” batt. 18, 23
Giudizio: apprezzabile la leggerezza, cadenze più sentite
Intonazione: presa con un tono sopra – giusto
Fusione: buona, frutto di diversificazione timbrica
Interpretazione: dinamica molto elastica
Qualità timbrica: buoni i soprani, apprezzabili tenori e bassi
Dizione: discreta
Giudizio: buona la cadenza, molto apprezzabili le articolazioni melodiche. Elastico.
Intonazione: calato di mezzo tono alla fine
Fusione: buona nei suoni onomatopeici
Interpretazione: molto compressa con una sola apertura finale
Dizione: non troppo francesce…
Giudizio: manca l’attinenza al testo e la dinamica. Preferibile usare il coro in formazione antica.
Intonazione: maestro in RE, il soprano scherzoso un tono sopra (errato)
Fusione: facilitata dalle sei voci
Interpretazione: apprezzabile anche se più scherzosa
Intonazione: un tono sotto, a discapito del colore e della cantabilità
Qualità timbrica: suoni troppo leggeri, tenori senza “punta”
Giudizio: dinamica apprezzabile curata. Anche qui il coro preferibile in formazione antica.
Intonazione: come per brano di sfida
Fusione: idem
Interpretazione: molto intensa, ma senza esagerazioni
Qualità timbrica: bassi ben presenti
Giudizio: ben assecondato il testo, cadenze mature brano molto maturo.
Repertorio: vasto di vario genere.
Interpretazione: armonia in chiesa con quartetto, con problemi timbrici e di fusione. Soprano dal terrazino con imprecisioni.
Giudizio: molto vario, vedi relazione prossima a venire
Repertorio: frutto di scelta ricercata.
Interpretazione: spazio ristretto, impossibile essere esaurienti.
Carlo Angeletti
Giovanni Bastianini
Mario Ferrini
Claudio Ricci
Giuseppe Di Biagio
Giancarlo Filippucci
Antonio Frascarelli
Pier Maurizio Della Porta
Carmen Barili
Lucio Biondi Priore Parte de Sopra
Riccardo Sannella Priore Parte de Sotto
Umberto Rinaldi Rappresentante Ente Parte de Sopra
Ennio Dionigi Rappresentante Ente Parte de Sotto
Luigi Rossetti Gran Cancellario Parte de Sopra
Delfo Berretti Gran Cancellario Parte de Sotto
Mario Briganti Presidente
Lucio Annibali Effettivo
Franco Noccioli Effettivo
Carmelo Caratozzolo Effettivo
Gianfranco Boni Effettivo
Marcello Piccioni Presidente
Michele Fiore
Agostino Aisa
Giuseppe Pennacchi Supplente
Lanfranco Chiavini Supplente
Romano Carloni
Mario Tedesco
Paolo Scilipoti
Carlo Cianetti
Pino Antonelli
Francesco Mancinelli
Carla Gambacorta
Paolo Mirti
Sandro Ciarulli